Canzoni della tua città

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g@sp
view post Posted on 19/3/2006, 11:02




Il thread sulle "canzoni sconce" mi ha dato questa idea....
Siena è piena di stornelli di ogni tipo, dalle ballate romantiche, alle "sconcerie" (anche mooolto più pesanti di quelle che ho postato, ma non mi sembrava il caso di esagerare...), fino alle canzoni dedicate, appunto alla città....

Ovviamente, per tutti i romani del forum, la scelta è molto ampia, ma chiedo a tutti voi di postare qualcosa, di più o meno conosciuto, delle parole d'amore per la città in cui vivete.....

Inizio io con due canzoni... Una del tutto sconosciuta, un'altra un po' meno, almeno per chi segue calcio o basket e gli è capitato di vedere qualche partita dove le squadre senesi hanno vinto (col basket può essere successo spesso, col calcio lasciamo perdere....)

CANZONA PIU' CONOSCIUTA

E mentre Siena dorme tutto tace
E la luna illumina la torre
Senti nel buio, sola nella pace
Sommessa Fonte Gaia
Che canta una canzon
D'amore e di passion

Nella Piazza del campo
Ci nasce la Verbena
Viva la nostra Siena
Viva la nostra Siena
Nella Piazza del campo
Ci nasce la Verbena
Viva la nostra Siena
La più bella delle città

CANZONA DEL TUTTO SCONOSCIUTA (ma sentita cantare in Piazza del Campo, di notte, da un gruppo di senesi, piano piano, giuro che da i brividi)

Da mille serenate ti fai cullare
Ti fanno sempre festa le tue bandiere
Il tempo passa e non ti sa sciupare
Se rinascessi vorrei nascer qua!

Bella, meravigliosa la mia città
La luna affascinata la sta a guardar
Va a da' un oicchiata dentro al Castellare
Scivola in Fonte Nova e poi risale

Ma quanto sarà bella la mia città
Quando l'hai vista non la puoi scordar
La torre ti rimane dentro al cuore
E i merli con le stelle, fanno all'amore

(i merli sono quelli dei palazzi di piazza del campo, non gli uccellini!)

MA IO POSTO ANCHE LA MARCIA DEL PALIO!

Squilli la fè
S'armi e vinca l'onore
Di te dolce fiore
Siena è gentil

Mille vessilli scintillano al sol
Sventola il bianco col nero color
Passano i duci dagli alti cimier
Ecco di siena si desta il valor

Ridono le bianche trifore del maggior palazzo antico
Fremono snelli barberi nell'entron senese avito

Ecco il segnal, già la gran pista è aperta
I barberi in gruppo al canape van

Fuggono veloci nella polvere
Arde in ognun la gloria
Freme e grida il popolo agitandosi
Ecco il segnal: vittoria!

Siena dal dolce idioma
E dall'amato ostello
Siena tu sei di Roma
Specchio gentile e bello.


(Ma sarò scema, che mi commuovo, quando canticchio queste canzoni?)
 
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AlexD
view post Posted on 19/3/2006, 20:13




Inizio a chiedere scusa con il mio dialetto:

comunque ecco qui:

O mia bella madonina che te brile da lontan

tuta d'ora e piscinina

ti te domine milan.

ops e poi non la so più

Milanesi venitemi in soccorso
 
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Deeland_Fliegender
view post Posted on 19/3/2006, 20:18




Sto ancora cercando il testo della canzone, ma è dificilissimo trovarla. Nell'attesa ve ne posto la trama e la storia. E' praticamente la prima operetta italiana, dell'inizio del novecento. Naturalmente con Torino come locations.



ADDIO GIOVINEZZA
Operetta di S. Camasio e N. Oxilia
Musica di Giuseppe Pietri

ARGOMENTO:
Siamo all'inizio del '900. Mario, uno studente della buona borghesia provinciale, è a Torino dove frequenta la facoltà di Medicina.. Ha preso in affitto una camera e tra casa, università e scorribande al Valentino, trascorre gli anni felici della goliardia mentre nasce il suo primo amore: è Dorina, e fa la modista , una brava ragazza che entra ben presto a fare parte della allegra brigata degli amici di Mario tra i quali c'è Carlo che amoreggia con Emma e Leone, il più buono, vittima privilegiata delle burle dei compagni, ma veramente un cuore d'oro.
Tutti stanno preparando la tradizionale festa delle matricole. Mario, rimasto solo, ripassa il rituale goliardico quando irrompe nella sua stanza una donna sensuale e misteriosa.Fra lo studente e la signora nasce una irresistibile attrazione e si danno appuntamento per la sera stessa al Teatro Carignano. E' qui, in mezzo ad una grande festa, che la signora dà sfogo al suo capriccio e Mario se ne invaghisce e decide di riceverla nuovamente nella sua stanza, ma Dorina se ne accorge e gli chiede spiegazioni. Mario inventa una scusa. Dice a Dorina che la donna in questione è un'avventura di Leone.
A complicare il tutto arrivano gli studenti che trascinano Mario all'università per una importante riunione. Leone, rimasto solo con Dorina, non riesce a sostenere il sotterfugio e confessa la tresca, lasciando che Dorina affronti da sola la rivale. Quando Elena arriva è sorpresa, ma Dorina le confessa il suo amore per Mario e costringe "la signora" ad abbandonare il campo. Al suo ritorno Mario sfoga tutto
il suo furore su Dorina e sul suo "complice" Leone. Avrà però ancora occasione di rivedere Elena a teatro durante una recita, ma Elena è cambiata:Mario ne è profondamente ferito.
Arriva il giorno della laurea: Mario, Leone e Carlo sono pronti per chiudere la bella avventura goliardica festeggiando insieme e nel bel mezzo della "bicchierata" arriva Dorina. Lei e Mario non si erano più visti ma sicuramente hanno continuato a volersi bene di quell' amore che nessuno dei due potrà dimenticare, mentre una voce sale dalla strada: …fugge la bellezza e giovinezza non torna più, ma l'amore vero morire non può!

NOTE SULLA RISCRITTURA:
Per il teatro italiano il periodo che precede la Grande Guerra fu un momento di intenso fervore. Dai palcoscenici saliva il tragico grido della dannunziana Figlia di Jorio. Giacosa in Come le foglie componeva il quadro di una società borghese condizionata dal danaro; Verga tracciava la sua opera nel solco del verismo: Marinetti lanciava i suoi proclami futuristi e Pirandello dava alle scene le sue prime opere. Momento dunque di straordinario vitalismo della drammaturgia italiana: un campo fiorito in mezzo al quale spunta improvvisa e profumata la primula selvatica di Addio giovinezza.
E' il febbraio del 1911,è un successo grandissimo immediato e da allora la vicenda del giovane Mario, dell'innamorata Dorina e del buffo Leone sono entrate nel bagaglio dei dolci ricordi del pubblico italiano, perché il tema degli anni verdi, dei primi amori e delle non dimenticate spensieratezze, rimane un tema segreto del cuore.
Tema ripreso durante tutto il secolo dalle tante edizioni filmate di Addio giovinezza: nel 1913 con Lydia Quaranta, nel 1927 con la regia di Augusto Gemina, nel 1940 il famoso film con Clara Calamai e Carlo Campanini, nel 1959 la prima edizione televisiva con Arturo Testa che aveva appena vinto il Festival di Sanremo con la canzone "Io sono il vento" ed ancora l'altra edizione televisiva del 1968 curata da Giuseppe Patroni Griffi con Gigliola Cinquetti, Nino Castelnuovo e Ornella Vanoni.
Un tema, dunque, che ancora oggi, a quasi cento anni di distanza, continua ad affascinare e che in questa edizione, che Corrado Abbati firma per la prima volta, vuole mettere in luce la gioia dei giovani e quanta forza ci sia nella loro spensieratezza. Un'edizione voluta sincera così come era nelle intenzioni dei giovani autori Camasio ed Oxilia e dall'altrettanto giovane compositore Giuseppe Pietri. Così Abbati ha preso sottobraccio Mario, Dorina, Leone e gli altri compagni, li ha stanati dalle loro camere in affitto e li ha portati sul palcoscenico a giocare.Anche Elena, la donna misteriosa e fatale, sta al gioco e illumina di spumeggiante sensualitàla fresca armonia di questo lavoro e Abbati ha riservato a lei, alle sue esibizioni sul palcoscenico e nella penombra del Teatro Carignano, i tanti quadri spettacolari di questo brillante e moderno adattamento.
Addio giovinezza è un'operetta importantissima nella storia di questo genere perché indicò la strada di quella che sarebbe stata la "via italiana" dell'operetta: un'operetta che, lasciati oltralpe i lussuosi saloni stracolmi di ciarpame dorato e popolati da improbabili principi e granduchesse o vedove sempre allegre, si illuminava di tenero realismo quotidiano, creando dunque l'operetta del "verosimile".
Un passo dunque cruciale che non poteva mancare nelle scelte della Compagnia diretta da Corrado Abbati, da sempre attenta a proposte dal taglio non banale e volte a recuperare con serietà ed entusiasmo i tanti capolavori del repertorio operettistico.
 
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Evergreen_55
view post Posted on 20/3/2006, 08:38




ma sai che io non sono riuscita a trovare le vecchie canzoni milanesi?

le ho trovate, che scema che sono! Questa è una canzona della mala di Milano



La povera Rosetta


Il tredici di agosto

In una notte scura

Commisero un delitto

Gli agenti di questura.



Hanno ammazzato un angelo

Di nome la Rosetta

Era di piazza Vedra

Battea la Colonnetta.



Chi ha ucciso la Rosetta

Non è della Ligera

Forse viene da Napoli

È della mano nera.



Rosetta mia Rosetta

Dal mondo sei sparita

Lasciando in gran dolore

Tutta la malavita.



Tutta la malavita

Era vestita in nero

Per ‘compagnar Rosetta

Rosetta al cimitero



Le sue compagne tutte

Eran vestite in bianco

Per ‘compagnar Rosetta

Rosetta al camposanto



Si sente pianger forte

In questa brutta sera

Piange la piazza Vetra

E piange la Ligera



Oh guardi calabrese

Per te sarà finita

Perché te l’ha giurata

Tutta la malavita



Dormi Rosetta dormi

Giù nella fredda terra

A chi t’ha pugnalato

Noi gli farem la guerra,



a chi t’ha pugnalato

noi gli farem la guerra.



Porta Romana bella


Porta Romana bella Porta Romana

Ci stan le ragazzine che te la danno

Ci stan le ragazzine che te la danno

Prima la buona sera e poi la mano.



E gettami giù la giacca ed il coltello

Che voglio vendicare il mio fratello

Che voglio vendicare il mio fratello

E gettami giù la giacca ed il coltello.



La via San Vittore l’è tutta a sassi

L’ho fatta l’altra sera a pugni e schiaffi

L’ho fatta l’altra sera a pugni e schiaffi

La via San Vittore l’è tutta a sassi.



La via dei Filangeri l’è un gran serraglio

La bestia più feroce l’è il commissario

La bestia più feroce l’è il commissario

La via dei Filangeri l’è un gran serraglio.



In via dei Filangeri gh’è ‘na campana

‘gni vòlta che la sòna l’è ona condanna

‘gni vòlta che la sòna l’è ona condanna

In via dei Filangeri gh’è ‘na campana.



Prima faceva il ladro e poi la spia

E adesso è delegato di polizia

Prima faceva il ladro e poi la spia

E adesso è delegato di polizia.



E sette e sette e sette fanno ventuno

Arriva la volante e non c’è nessuno

Arriva la volante e non c’è nessuno

E sette e sette e sette fanno ventuno.



O luna che rischiari le quattro mura

Rischiara la mia cella ch’è tanto scura

Rischiara la mia cella ch’è tetra e nera

La gioventù più bella morì in galera.



O luna luna luna che fai la spia

Bacia la donna d’altri ma non la mia

Amore amore amore, amore un corno

Di giorno mangio e bevo, di notte dormo.



Ci sono tre parole in fondo al cuore

La gioventù, la mamma e il primo amore

La gioventù la passa, la mamma muore

Te restet come on pirla col primo amore.



Porta Romana bella Porta Romana

Ci stan le ragazzine che te la danno

Ci stan le ragazzine che te la danno

Prima la buona sera e poi la mano.

Edited by Evergreen_55 - 20/3/2006, 08:26

Se gh’han de dì


Se gh'han de dí allora i barbée

che a fa la barba a l'è'l sò mestée

a la mattina, quand lèven sú

ciàppen el pennèl e se I rúsen in del...



poli poli poli pò fa il pollino

qua qua qua qua fa l'ochetta

chicchirichí fa il galletto

e di noi che cosa sarà.



Se gh'han de di i tosanètt

che a fa la fibbia l'è tutt i sò marchètt

a la mattina, quand lèven sú

stringen la fibbia e slarghen el...



poli poli poli pò fa il pollino

qua qua qua qua fa l'ochetta

chicchirichí fa il galletto

e di noi che cosa sarà.



Se gh'hann de dí i prestinée

che a fà i michett a l'è'l sò mestée

a la mattina, quand lèven sú

ciappen i bastón e se i mètten in del...



poli poli poli pò fa il pollino

qua qua qua qua fa l'ochetta

chicchirichí fa il galletto

e di noi che cosa sarà.



Se gh'hán de dí i verdurée

che a lavà i tomàtes a l'è'l sò mestée

a la mattina, quand lèven sú

ciàppen on'inguria e se la rúsen in del...



poli poli poli pò fa il pollino

qua qua qua qua fa l'ochetta

chicchirichí fa il galletto

e di noi che cosa sarà.



Se gh'han de dí i American

che gh'han i razzi che van lontan

a la mattina, quand lèven sú

ciàppen on saturno e se l' mètten in del...



poli poli poli pò fa il pollino

qua qua qua qua fa l'ochetta

chicchirichí fa il galletto

e di noi che cosa sarà.

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L’era mai success(questo autore lo conoscevo, ha aperto il mitico locale "La briosca" dove tutto era milanese con spettacoli di cabaret in lingua)
(El Pinza)



L’era mai success
Hoo nanca trovaa on cess

Me son cagaa adòss

a Montecarlo



Merda a non finir

Spuzza da impazzir

Se voltaven tucc

A Montecarlo



Gh’era il vent a l’incontrari

Gh’era nanca on orinari



Merda in di mudand

Merda in mezz a i gamb

Hoo impienii de merda

Montecarlo



Sur la Promenade

A gh’eran di grand cagad

Scarligaven tucc

A Montecarlo



Pure in ‘riva al mar

L’era on patenoir

Patenoir de merd – naturalmon –

A Montecarlo



Oh mon dieu che tanf si sente

Me s’eri ciocch de la merd – la dis – la gente



Merda in di calzett

Merda in del culett

L’era pien de merda

Montecarlo



El Ranieri con la Grace

Non si danno ormai più pace



Dicon le rivist

Adesso che hanno vist

“Ma che paes de merda

Montecarlo”



Ma mi ghe vegni pù

a Montecarlo

Ma mi ghe vegni pù

a Montecarlo

 
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g@sp
view post Posted on 20/3/2006, 08:47




Se gh’han de dì! Questa la conosco anche io, Ever!
non so se ti ricordi, ma la rifacevano nelle versioni più assurde a "Su la testa" Cochi Ponzoni e Paolo Rossi.... happy.gif

Dee, la storia mi piace.... spero che troverai anche la canzone.... smile.gif

E mo' io vi posto questa......

Esci di casa e rimeni le spalle
le sottanine le fai svolazzare
lo fai tanto lusso
non hai da pagare
Suonano le 24 e tu sei l'idolo del mio cuor

La mamma è vecchia
l'usanza lei la sa
la figlia sola
la figlia sola
la mamma è vecchia
l'usanza lei la sa
la figlia sola
non la deve mandà

Cosa contano le bellezze
cosa contano le bontà
ma ci vuole la simpatia
pe' fa' il giovani
pe' fa i giovani innamorar

Oh quanto è bella
la Piazza di Siena
circondata da dieci assassini
vanno alla mossa
son dieci assasini
Suonano le 24 e tu sei l'idolo del mio cuor

Sventolavano le bandiere
Sventolavano i tre colori
e la bandiera dei dragaioli
sempre avanti
sempre avanti a sventolar!

(L'ultima strofa cambia a seconda della contrada in cui viene cantato questo stornello..... Chi è della Lupa, ad esempio, dice "la bandiera dei lupaioli"... eccc...... ecc.....)
 
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stina
view post Posted on 20/3/2006, 09:29




Io non ho capito se posso o non posso scrivere canzoni d'amore alla mia città.. unsure.gif ...

comunque questa è quella che mi piace di più (perchè io sono anticaaaaaa!!) anche se non me la ricordo tutta e sul web non la trovo (grr grr grr!)


VECCHIA ROMA

Vecchia Roma
sotto la luna
non canti più
li stornelli e le serenate
de gioventù
er progresso t'ha fatta granne
ma sta città
nun è quella 'ndo se viveva
tant'anni fa
più non vanno l'innammorati pe' Lungotevere
a rubasse li baci a mille
là sotto l'arberi
e li sogni sognati
all'ombra d'un cielo blu
so ricordi d'un tempo bello
che nun c'è più...

Ma le ragazzette
co' le polacchette
certo nun le vedi più
abiti scollati porteno
controluce trasparischeno..

Edited by stina - 20/3/2006, 15:40
 
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g@sp
view post Posted on 20/3/2006, 09:39




Che dolce 'sta canzone, Stina.... smile.gif
 
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Deeland_Fliegender
view post Posted on 20/3/2006, 09:42




... dedicata ai milanesi (che a me stanno tanto simpatici .... MENO UNO)

PORTA ROMANA

porta romana bellaaaaaaaa porta romanaaaaaaaa
ci stan le ragazzineeeeee che te la dannooooooo
ci stan le ragazzine che te la dannoooooo
prima la buona seraaaaaa e poi la manoooooooo


(non appena trovo il testo completo e il midi la posto)
 
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Evergreen_55
view post Posted on 20/3/2006, 11:22




il testo l'ho postato io sopra, ma non ho trovato il midi
 
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Deeland_Fliegender
view post Posted on 20/3/2006, 11:27




CITAZIONE (Evergreen_55 @ 20/3/2006, 11:22)
il testo l'ho postato io sopra, ma non ho trovato il midi

me l'ero persa... non l'avevo vista....
 
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rugiadadelmattino
view post Posted on 20/3/2006, 11:43




Le canzoni triestine sono bellissime, alcune addirittura struggenti dalla bellezza. Di solito parlano di mare, di pescatori, di brezza marina (bavisela). Anche le musiche sono meravigliose e se vi mando solo le parole, la canzone non rende. Ho in macchina una cassetta di canzoni tradizionali triestine e la metto quando sono in viaggio lungo. Anche mia figlia, che parla in lingua italiana, le ha imparate subito.
Vi mando questa che è scacciapensieri con una musica molto allegra:

E VIVA LA' E PO BON
XE QUESTO EL MOTO TRIESTIN
CHE LA VADI BEN
CHE LA VADI MAL
SEMPRE ALEGRI MAI PASION
VIVA LA' E PO BON


CANZONE DELL'UBRIACONE

NO GO LE CIAVE DEL PORTON
NO GO LE CIAVE DEL PORTON
NO GO LE CIAVE DEL PORTON
PORTEME A CASA
LE GO LASADE IN UN CANTON
LE GO LASADE IN UN CANTON
LE GO LASADE IN UN CANTON
DE LA SCARSELA
MARIETA BUTA ZO EL PAION
MARIETA BUTA ZO EL PAION
MARIETA BUTA ZO EL PAION
CHE DORMO IN STRADA



TRADUZIONE
NON HO LE CHIAVI DEL PORTONE
LE HO LASCIATE IN UN ANGOLO
DELLA TASCA
MARIETTA BUTTA GIU' IL MATERASSO
CHE DORMO IN STRADA
 
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Deeland_Fliegender
view post Posted on 20/3/2006, 11:56






ma quanto mi piace sto thread
 
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rugiadadelmattino
view post Posted on 20/3/2006, 12:14




Allora ci ho preso gusto e vi mando questa:

TITOLO : L'OMO VESPA (l'uomo vespa)

DA SAN GIACOMO A ROIAN (rioni triestini)
IERA UN VECIO FIO DE UN CAN (C'era un bastardo)
CHE SPONZEVA LE CULATE INDRIO MAN (che pungeva le culatte sempre)
GUARDA, LA MULA LA CAMINA LESTA
LA GA PAURA DE L'OMO VESPA
GUARDA, LA MULA LA CAMINA DURA
LA GA PAURA DE LA PUNTURA

Canzone rifertasi ad una persona che con un punteruolo pungeva le belle ragazze)


Canzone tradizionale che parla di un fatto veramente avvenuto (la funicolare che collega la città con il carso si è rovesciata)

E ANCHE EL TRAM DE OPCINA (rione) XE NATO DISGRAZIA'
VENINDO ZO' PER SCORCOLA (rione) SE GA RIBALTA'
BONA DE DIO IERA GIORNO DE LAVOR
E DENTRO NO GHE IERA CHE EL POVERO FRENADOR
E ANCHE LA BORA CHE VIEN E CHE VA LA DISI CHE EL MONDO SE GA RIBALTA'
E ANCHE LA BORA CHE VIEN E CHE VA LA DISI CHE EL MONDO SE GA RIBALTA'
 
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Evergreen_55
view post Posted on 20/3/2006, 12:17








E mi la dònna bionda


E mi la dònna bionda la voeuri nò

e mi la dònna bionda la voeuri nò

tucc i omen ghe fann la ronda

e mi la dònna bionda e mi la donna bionda

tucc i omen ghe f ann la ronda

e mi la dònna bionda la voeuri nò.



E mi la dònna nera la voeuri nò

e mi la dònna nera la voeuri nò

dònna nera non è sincera

e mi la dònna nera e mi la dònna nera

dònna nera non è sincera

e mi la dònna nera la voeuri nò.



E mi la dònna piccola la voeuri nò

e mi la dònna piccola la voeuri nò

la cammina la par 'na chicchera

e mi la dònna piccola e mi la dònna piccola

la cammina la par 'na chicchera

e mi la dònna piccola la voeuri nò.



E m' la dònna granda la voeuri nò

e mi la dònna granda la voeuri nò

la cammina la par 'na stanga

e mi la dònna granda e mi la dònna granda

la cammina la par 'na stanga

e mi la dònna granda la voeuri nò.



E mi la dònna riccia la voeuri nò

e mi la dònna riccia la voeuri nò

sotto ai ricci la gh'ha i capricci

e mi la dònna riccia e mi la dònna riccia

sotto ai ricci la gh'ha i capricci

e mi la dònna riccia la voeuri nò.



E mi la dònna smòrta la voeuri sì

e mi la dònna smòrta la voeuri sì

dònna smòrta dònna fòrta

e mi la dònna smòrta e mi la dònna smòrta

dònna smòrta dònna fòrta

e mi la dònna smòrta la voeuri sì.


Traduzione:

Ed io la donna bionda



Ed io la donna bionda non la voglio

Ed io la donna bionda non la voglio

Tutti gli uomini ci girano attorno

Ed io la donna bionda ed io la donna bionda

Tutti gli uomini ci girano attorno

Ed io la donna bionda non la voglio



Ed io la donna nera non la voglio

Ed io la donna nera non la voglio

La donna nera non è sincera

Ed io la donna nera ed io la donna nera

La donna nera non è sincera

Ed io la donna nera non la voglio



Ed io la donna piccola non la voglio

Ed io la donna piccola non la voglio

Quando cammina sembra una tazzina

Ed io la donna piccola ed io la donna piccola

Quando cammina sembra una tazzina

Ed io la donna piccola non la voglio



Ed io la donna grande non la voglio

Ed io la donna grande non la voglio

Quando cammina sembra una pertica

Ed io la donna grande ed io la donna grande

Quando cammina sembra una pertica

Ed io la donna grande non la voglio



Ed io la donna riccia non la voglio

Ed io la donna riccia non la voglio

Sotto ai ricci la ci ha i capricci

Ed io la donna riccia ed io la donna riccia

Sotto ai ricci la ci ha i capricci

Ed io la donna riccia non la voglio



Ed io la donna pallida sì che la voglio

Ed io la donna pallida sì che la voglio

La donna pallida è la donna forte

Ed io la donna pallida ed io la donna pallida

La donna pallida è la donna forte

Ed io la donna pallida sì che la voglio



Commento: Canzone tra le più note e cantate del repertorio milanese d’osteria, di cui rispecchia appieno la natura. Come consuetudine ne esistono diverse varianti, più o meno piccanti e variamente censurate. Nella versione verosimilmente più vicina all’originale, considerato il contesto in cui è sorta, nella prima strofa sono “i pret”, cioè in preti, a fare “la ronda” intorno alla donna bionda, mentre nell’ultima la donna smorta è meglio perché ha la “figa forta”. Chi ha orecchi per intendere…

e, commento mio, la donna biunda quan ghe l'ha denter la dis ch'el dunda



Ho osato troppo? naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa


 
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Deeland_Fliegender
view post Posted on 20/3/2006, 12:22




CITAZIONE (rugiadadelmattino @ 20/3/2006, 12:14)
Allora ci ho preso gusto e vi mando questa:

TITOLO : L'OMO VESPA (l'uomo vespa)

DA SAN GIACOMO A ROIAN (rioni triestini)
IERA UN VECIO FIO DE UN CAN (C'era un bastardo)
CHE SPONZEVA LE CULATE INDRIO MAN (che pungeva le culatte sempre)
GUARDA, LA MULA LA CAMINA LESTA
LA GA PAURA DE L'OMO VESPA
GUARDA, LA MULA LA CAMINA DURA
LA GA PAURA DE LA PUNTURA

Canzone rifertasi ad una persona che con un punteruolo pungeva le belle ragazze)


Canzone tradizionale che parla di un fatto veramente avvenuto (la funicolare che collega la città con il carso si è rovesciata)

E ANCHE EL TRAM DE OPCINA (rione) XE NATO DISGRAZIA'
VENINDO ZO' PER SCORCOLA (rione) SE GA RIBALTA'
BONA DE DIO IERA GIORNO DE LAVOR
E DENTRO NO GHE IERA CHE EL POVERO FRENADOR
E ANCHE LA BORA CHE VIEN E CHE VA LA DISI CHE EL MONDO SE GA RIBALTA'
E ANCHE LA BORA CHE VIEN E CHE VA LA DISI CHE EL MONDO SE GA RIBALTA'

... mi viene in mente Lelio Luttazzi con EL CAN DE TRIESTE.... quel fiol de un can fa le festeeeeee perchè el xeeeee un can de triesteeeeeee....
 
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64 replies since 19/3/2006, 11:02   1249 views
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