Di principesse, Draghi, Principi e Paladini

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Capitanalcol
view post Posted on 7/7/2008, 15:09




La principessa trattenne il fiato, ormai, da anni, ogni suono le era familiare, li nella stanza piu` alta della torre piu` remota del castello.
Ma questa notte l`eco sordo di un portone abbatutto, le era rimasto impresso nelle orecchie, come il ricordo di un sogno dimenticato che riaffiorasse d`improvviso,
aveva spiazzato la sua mente. Si accese una sigaretta e resto` in ascolto guardando la porta chiusa del bagno, dalla finestra, che ormai era diventata per lei la piu` naturale via di fuga, per vincere la noia degli anni di attesa del suo principe, pendevano ancora le trecce tagliate e trasformate in corde.
Si tolse con una smorfia di sforzo gli stivali, la fatica le premette sulle tempie e rimpianse quell`ultimo bicchiere alla locanda del cinghiale ubriaco dove il tumultuoso incontro con l`ennesimo straniero le aveva donato l`illusione di una serata diversa.
Si avvicino` silenziosamente alla porta del bagno, nel castello apparentemente tutto taceva, poi con un ringhio possente il drago si sveglio`!
Un intruso? Il suo cuore per un attimo torno` quello di una bambina, chiusa nella sua camera da letto a sognare il giorno in cui un bel principe, sul suo cavallo bianco, sarebbe venuto avrebbe sconfitto il drago e sollevatala tra le sue possenti braccia l`avrebbe condotta ad una vita di passione e liberta`.
La battaglia infuriava sotto i suoi piedi, la giovane represse a stento la tentazione di correre fuori dalle sue stanze e assistere al titanico scontro, si guardo` invece attorno e si rese conto che da tempo la otrre era un po` poco presentabile.
Raccolse in tutta fretta i vestiti provocanti che usava nelle sue uscite e li nascose in un baule, freneticamente si strucco` e cerco` la sua vecchai veste da notte, si sedette sul letto e attese. Nell`androne del castello il respiro del drago si fece sempre piu` pesante e lento, con un ultimo strazinate ringhio l`antico guardiano della sua prigione spiro` trafitto dal freddo acciaio. Lei si senti` scossa da un brivido, in fondo la creatura le era rimasta simpatica in questi anni era un po` come il "suo drago" prigioniero come lei... ma sapeva che quello era da sempre il suo destino e ora era impaziente che anche il suo si compisse, si distese e chiuse gli occhi mentre, i pesanti passi del cavaliere in armatura scandivano la fine della sua attesa.
Lentamente la porta si apri`, la fanciulla venne investita da un forte odore di carne bruciata, il respiro dell`uomo era concitato e il passo incerto, claudicante, con un clangore metallico il guerriero si accascio` accanto al suo letto.
"...risparmiami la commedia, apri gli occhi" una voce profonda ma dura, come quella di un militare, abituato da tempo a comandare piu` che a chiedere, la riscosse dal suo sogno.
Nella testa di lei un fermo No esplose e le scese fino al cuore, non era cosi` che doveva andare, fermate tutto! Con estremo disapputno apri` gli occhi.
Davanti a lei un uomo non piu`giovane, sul suo viso i segni di lunghe marce al sole e le rughe che una vita di fatica e dovere avevano impresso come un tatuaggio, niente boccoli biondi, niente mantelli sventolanti, solo le effigi del suo ordine cavalleresco e una larga spada sporca di sangue a identificarlo come un paladino, la meta` sinistra dell`armatura era annerita dal fiato rovente del drago e pareva fusa con il corpo del soldato.
Come ad anticipare il suo sconcerto l`uomo alzo` una mano e la mise davanti al bel volto della principessa.."ti capisco fanciulla mia, ma ti assicuro che non sei tu quella che ha avuto una pessima giornata, quindi, fammi portare a termine la mia missione".
Slaccio` a fatica il giustacuore mentre una macchia rosso scuro iniziava ad allargarsi sul pavimento dove sedeva, reprimendo una smorfia l`uomo inizio` a raccontare...
"Ti porto notizie del tuo agognato principe, Azzurro il suo nome, come azzurro il suo mantello, impossibile non riconoscerlo e altrettanto impossibile non essere colpiti dalla devozione nei tuoi confronti. Il destino che vi ha legato era impresso in ogni sua opera e ogni sua azione era volta al giorno in cui vi sareste finalmente uniti. Ci incontrammo spesso in luoghi selvaggi mentre fiducioso abbatteva ogni ostacolo per raggiungerti. Ogni qualvolta affrotnava un nemico mortale sorrideva e ripeteva"non moriro` qui, la mia morte e` gia` scritta! Sara` al fianco di colei che mi aspetta". Lo rividi spesso in questi anni, mentre nella crescente oscurita` venni comandato di ripulire queste terre dai mostri e guidare i superstiti in luoghi sicuri, batteva avanti e indietro le strade che portano ad ogni castello e ogni rovina di queste lande desolate, piu` volte mi disse di essere giunto fino a questo maniero e di non aver scorto pero` traccia della sua amata, una sera davanti al fuoco mi racconto` di essersi persino insinuato oltre la dimora del dragone dormiente, aver salito queste stesse scale ma trovato la camera vuota! Visto il caos e il vizio che regnava in queste stanze temette tu fossi stata rapita dai briganti e decise di cercarti in lungo e in largo. Gli anni passarono e con il divenire della speranza anche la sua abilita` in battaglia venne meno, il dubbio si insinuo` nella sua mente e un giorno, mentre combattevamo fianco a fianco un demone, la malefica creatura seppe leggere il suo dubbio e chiese: "azzurro come pensi di fermarmi? non temi la morte?", lui si preparo` alla carica, come mille volte gli avevo visto fare ma quando fu sul punto di invocare il suo grido di battaglia, forse per la malia di quell`infame essere, disse invece: "...non mi ha aspettato...".
Resto` cosi`, impietrito sul suo cavallo, come ad ascoltare lui stesso quella frase, non tento` nemmeno di difendersi dalla fiera che gli balzava in contro...Quel giorno io persi un commilitone e tu il tuo futuro. Giurai sul mio sacro vendicatore, che ti avrei trovata e avrei scoperto perche` la sera che lui giunse a questa porta tu mancasti all`appuntamento"
Come le fiamme di un vulcano le emozioni salivano dal ventre della fanciulla fino tingerle prepotentemente il viso, scosse la testa con forza come a scacciare quanto il paladino stava dicendo, le salirono alle labbra mille risposte e mille altre, cosi` tante che nemmeno si accorse che l`uomo davanti a lei era ormai sorretto solo dal metallo che lo conteneva, era ormai tra le braccia della sua dama, l`unica donna di un paladino, colei che vuole esattamente te, cosi` come sei senza pretendere da te ne piu` ne meno di tutto te stesso, che non e mai gelosa di altre donne, che e` dosposta ad aspettarti per tutta la vita e che quando finalmente viene da te lo fa per restare tutta l`eternita`.
Ando` via da quella stanza con lei, pago di aver vendicato l`amico, lasciando alla principessa le sue spiegazioni, in fondo e` a se stessa che dovranno bastare, ora che non ha piu` nessuno da aspettare.


Edited by Capitanalcol - 1/8/2008, 08:44
 
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Pippicannelunghe
view post Posted on 8/7/2008, 08:27




bravo Luca...troppo vero, troppo giusto...

mi fa ricordare La ballata dell'amore cieco di De Andrè...
 
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giumil
view post Posted on 8/7/2008, 10:20




Sì pippi...un pò la ballata dell'amore cieco, un pò shrek, un pò samarcanda :lecca:


(P.S....grande Luca!!! :) )
 
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Capitanalcol
view post Posted on 8/7/2008, 10:41




grazie dei complimenti e dei paragoni a dir poco lusinghieri! di certo la sua influenza De Andre` l`ha avuta, anche se penso che sia piu` un`essere tutti piu` o meno vittime della stessa influenza ...
 
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Evergreen_55
view post Posted on 8/7/2008, 11:50




si, senz'altro Samarcanda, il rincorrere o scappare dalle cose, dalle persone e dalle situazioni e ti porta a perderle queste occasioni, a perdere l'incontro della tua vita o a non trovare quello che avevi perso o che cercavi da tanto tempo.
Una morale io la vedo, forse bigotta e beghina, "chi è causa del suo mal pianga se stesso", ma poi si alzi e si dia da fare per trovare qualcosa d'altro, è bello compuangersi, ma basta farlo 5 minuti al giorno e poi raddrizzare la schiena e andare.
Bellino Luca, proprio bellino.
 
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WRELO
view post Posted on 22/7/2008, 21:07




wow.. senza parole.. stupenda! Bravo Cap!
 
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Capitanalcol
view post Posted on 27/7/2008, 10:32




esagerata! cmq grazie wrelocara
 
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Capitanalcol
view post Posted on 1/8/2008, 07:43




ma mettiamoci un capitolo due va...

lo sto scrivendo ora...quindi procedero` a pezzi...

"se c`e` un solo, dannatissimo, vantaggio nell`essere una principessa imprigionata in un castello, e` che l`incanto gettato sul maniero ti permette di dormire placida e serena..."
La principessa scosto` stizzita le lenzuola madide di sudore, ripetendo a se stessa queste parole, come se si rivolgesse a qualche servitore negligente.
Aveva parlato ad alta voce, non succedeva spesso, le lasciava semrpe una sensazione sgradevole sentire le sue parole senza risposta, il silenzio, prima dimenticato, le pareva diventare tangibile come una coltre di terra che la seppellisse...fuggi` in bagno si sciacquo` il viso, lavando via lo sporco della valanga e le ultime speranze di un sonno ristoratore.
Squadro` critica l`immagine nello specchio, aveva da tempo accettato le piccole rughe di espressione e i primi capelli bianchi erano quasi invisibili nei chiarissimi capelli biondi ma ogni volta la colpiva il pensiero di non essersi mai immaginata invecchiare, quando si figurava l`arrivo del suo principe si vedeva semrpe giovane e bellissma...
Si fece coraggio e torno` nella sua stanza, dalla finestra solo un timido raggio di luce lunare, troppo tenue e troppo freddo per darle conforto, attraversava le tende del baldacchino e si posava leggero sul pomo argentato della spada che da tempo riposava ogni notte accanto a lei. La raccolse e, come ogni volta, senti` un brivido correrle lungo il braccio fino ad afferrarla dietro alla nuca, si sedette sul letto e lascio` che il ricordo del giorno in cui la impugno` per la prima volta, scacciasse il buio e il silenzio...
 
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Capitanalcol
view post Posted on 1/8/2008, 20:06




Aveva gia` da tempo perso il conto dei giorni di prigionia e le brevi fughe, concesse dai romanzi avventurosi della biblioteca del castello, erano ormai diventate crudeli luci, puntate sulla sua condizione. Si era coricata senza rispettare il buon rituale della principessa nel castello, niente 100 spazzolate ai capelli, niente veste da notte bianca, niente sorrisetto pacifico sulle labbra di pesca, si era lasciata cadere sul letto con la faccia affondata nel cuscino sperando in un pianto liberatorio che non si decideva ad arrivare...
Arrivo` invece un suono inaspettato, come di un corno che chiama la carica, sollevo` di scatto al testa, il cuscino aveva attutito il rumore e non era certa di quel che aveva udito, tese l`orecchio tanto che il boato del portone abbattuto parve esploderle nella testa!
Il cuore le balzo` rapido in gola, piu` rapido ancora del drago che fulmineo si gettava verso colui che lo aveva sfidato. Proprio quando le sue speranze stavono morendo, era giunto!
Resistette all`impulso di affacciarsi alla torre, aveva fatto spesso un incubo terribile, nel quale il suo saluto distraeva il principe dalla battaglia permettendo al drago di farne un sol boccone, scosse forte la testa per scacciare quell`immagine e corse in bagno a prepararsi! Rise di se mentre si sdraiava nel letto con la sua veste immacolata, pochi metri sotto la sua camera si combatteva una battaglia mortale e lei non riusciva a smettere di ridere "sei proprio una bambina" si rimprovero` ma in tutta risposta le sue gambe scalciarono battendo forte i talloni sul letto e la sua mente le si riempi` di un solo pensiero "e` tutto perfetto".


D`improvviso fu il silenzio piu` assoluto, rotto solo dal pulsare frenetico del suo cuore nelle tempie, nonostante gli anni di solitudine sentiva ora di non aver nemmeno aspettato poi tanto, invece cominciava a trovare frustrante l`attesa di questi ultimi attimi...
Si convinse che il cavaliere sarebbe stato piu` lento di lei, per le scale, armato e stremato dalla pugna, e che non sarebbe successo neinte di male se si fosse affacciata a curiosare un po`.
Leggera e silenziosa scivolo` oltre la porta e scese i ricurvi gradini di pietra, dal basso le giungeva il sommesso crepitio dei fuochi accesi dal respiro del drago ma nulla di piu`, si fermo` dove la fine della spirale immetteva nell`androne, dai margini della porta di legno, spiragli di luce rossastra le illuminavano il volto, esito` un momento per paura di essere scorta, poi strinse i pugni e scruto` il campo di battaglia.
Anche se era stato a lungo la sua casa non era particolarmente affezionata al castello, vederlo in parte bruciare non la turbo` minimamente:"crolli pure, l`istante stesso che metteremo piede oltre il fossato!"
A crollare furono invece i suoi sogni mentre, impietrita, fissava le spoglie fumanti del principe, appena riconoscibili nel fumo nero del rogo che adesso occupava il centro del maniero.


si volto` lentamente e comincio` a salire le scale, poteva sentire i piedi lacerarsi mentre calpestavano i cocci dei suoi sogni infranti, la mente riceveva miliaia di domande dal cuore e non potendo dare risposta, si rifugio` in quello che le era stato insegnato, ripete` mentalmente:"solo l`amore vero trovera` la forza di sconfiggere il drago"...attese di sentirsi consolata, di sentire che era in fondo un bene, il drago l`aveva salvata da qualcuno non virtuoso o non all`altezza, forse in cerca solo di gloria personale o di una dote ma quando mise piede nella sua stanza, per la prima volta, senti` una sensazione che negli anni le sarebbe divenuta familiare, senti` le pareti chiudersi su di lei e il silenzio come di tomba, era sepolta viva...
Un urlo le esplose dallo stomaco distruggendo gli argini di parole che la mente cercava di porre al fiume di rabbia, sentiva le lacrime roventi corrergli lungo le guance mentre lasciava che l`odio le scorresse nelle vene, l`odio per tutto anche per il principe che aveva fallito! Avrebbe voluto sentirsi in colpa per quel pensiero egoista ma non ci riusciva, si sentiva tradita e lo maledisse con tutte le sue forze inveende con parole che poco si addicevano al suo alto retaggio, lo odio` per non essere stato in grado, per aver sprecato la sua vita e con essa i suoi sogni di ragazza.
Cadde esausta sul letto, batte` forte i pugni sugli occhi gonfi di pianto e, tratti due sospiri profondi, torno` verso le scale. Le scese lentamente, la mente e il cuore vuoti, sentiva solo che qualcuno avrebbe pur dovuto dare un po` di dignita` a quel poveretto, morto lontano da casa...sciocco pensare che un cadavere carbonizzato potesse sentirsi abbandonato ma quella notte si sentiva particolarmente sensibile alla solitudine.
 
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Evergreen_55
view post Posted on 1/8/2008, 20:17




spero che questo atto di pietà la riscatti un po' dal suo egocentrismo e le dia un'altra possibilità, bella, d'altra parte piangersi addosso un po' va bene, ma poi agire, reagire e interagire
 
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WRELO
view post Posted on 16/8/2008, 20:58




wow... hai l'istinto dello scrittore Cap!... Mai pensato di partecipare a concorsi letterari?.. me lo son letta tutto d'un fiato!... ancora!!
 
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stina
view post Posted on 1/9/2008, 08:23




cominciando a leggere quasi speravo nel lieto fine.. illusa! -_-
 
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Capitanalcol
view post Posted on 25/1/2010, 04:52




Versione completa riveduta e corretta...


DI PRINCIPESSE DRAGI PRINCIPI E PALADINI


Capitolo I



Nel castello dell'ovest...

La principessa trattenne il fiato, ormai, da anni, ogni suono le era familiare, li nella stanza piu` alta della torre piu` remota del castello.
Ma questa notte l`eco sordo di un portone abbatutto, le era rimasto impresso nelle orecchie, come il ricordo di un sogno dimenticato che riaffiorasse d`improvviso,
Si accese una sigaretta e resto` in ascolto guardando la porta chiusa del bagno, dalla finestra, che ormai era diventata per lei la piu` naturale via di fuga dagli anni di attesa
del suo principe, pendevano ancora le trecce tagliate e trasformate in corde.
Si tolse con una smorfia di sforzo gli stivali, la fatica le premette sulle tempie e rimpianse quell`ultimo bicchiere alla locanda del cinghiale ubriaco dove il tumultuoso incontro
con l`ennesimo straniero le aveva donato l`illusione di una serata diversa.
Si avvicino` silenziosamente alla porta del bagno, nel castello apparentemente tutto taceva, poi con un ringhio possente il drago si sveglio`!

Un intruso? Il suo cuore per un attimo torno` quello di una bambina, chiusa nella sua camera da letto a sognare il giorno in cui un bel principe, sul suo cavallo bianco, sarebbe venuto avrebbe sconfitto il drago e sollevatala tra le sue possenti braccia l`avrebbe condotta ad una vita di passione e liberta`.
La battaglia infuriava sotto i suoi piedi, la giovane represse a stento la tentazione di correre fuori dalle sue stanze e assistere al titanico scontro, si guardo` invece attorno e
si rese conto che da tempo la torre era divenuta poco presentabile.
Raccolse in tutta fretta i vestiti provocanti che usava nelle sue fughe e li nascose in un baule, si strucco` e cerco` la sua vecchia veste da notte, si sedette sul letto e attese.
Nell`androne del castello il respiro del drago si fece sempre piu` pesante e lento, con un ultimo strazinate ringhio l`antico guardiano della sua prigione spiro` trafitto dal
freddo acciaio. Lei si senti` scossa da un brivido, in fondo la creatura le era rimasta simpatica in questi anni era un po` come il "suo drago" prigioniero come lei...
Ma sapeva che quello era da sempre il suo destino e ora era impaziente che anche il suo si compisse, si distese e chiuse gli occhi mentre, i pesanti passi del cavaliere
in armatura scandivano la fine della sua prigionia.

Lentamente la porta si apri`, la fanciulla venne investita da un forte odore di carne bruciata, il respiro dell`uomo era concitato e il passo incerto, claudicante, con un clangore metallico il guerriero si accascio` accanto al suo letto.
"...risparmiami la commedia, apri gli occhi" una voce profonda ma dura, come quella di un militare, abituato da tempo a comandare piu` che a chiedere, la riscosse dal suo sogno.
Nella testa di lei un fermo "No" esplose e le scese fino al cuore, non era cosi` che doveva andare, "fermate tutto!" Con estremo disapputno apri` gli occhi.
Davanti a lei un uomo non piu`giovane, sul suo viso i segni di lunghe marce al sole e le rughe che una vita di fatica e dovere avevano impresso come un tatuaggio,
niente boccoli biondi, niente mantelli sventolanti, solo le effigi del suo ordine cavalleresco e una larga spada sporca di sangue a identificarlo come un paladino, la meta` sinistra dell`armatura era annerita dal fiato rovente del drago e pareva fusa con il corpo del soldato.
Come ad anticipare il suo sconcerto l`uomo alzo` una mano e la mise davanti al bel volto della principessa..
"Ti capisco fanciulla mia, ma ti assicuro che non sei tu quella che ha avuto una pessima giornata, quindi, fammi portare a termine la mia missione".

Slaccio` a fatica il giustacuore mentre una macchia rosso scuro iniziava ad allargarsi sul pavimento dove sedeva, reprimendo una smorfia l`uomo inizio` a raccontare...
"Ti porto notizie del tuo agognato principe, Azzurro il suo nome, come azzurro il suo mantello, impossibile non riconoscerlo e altrettanto impossibile non essere colpiti dalla devozione nei tuoi confronti. Il destino che vi ha legato era impresso in ogni sua opera e ogni sua azione era volta al giorno in cui vi sareste finalmente uniti.
Ci incontrammo spesso in luoghi selvaggi mentre fiducioso abbatteva ogni ostacolo per raggiungerti. Ogni qualvolta affrontava un nemico mortale sorrideva e ripeteva
"non moriro` qui, la mia morte e` gia` scritta! Sara` al fianco di colei che mi aspetta". Lo rividi spesso in questi anni, mentre nella crescente oscurita` venni comandato di ripulire queste terre dai mostri e guidare i superstiti in luoghi sicuri, batteva avanti e indietro le strade che portano ad ogni castello e ogni rovina di queste lande desolate, piu` volte mi disse di essere giunto fino a questo maniero e di non aver scorto pero` traccia della sua amata, una sera davanti al fuoco mi racconto` di essersi persino insinuato oltre la dimora del dragone dormiente, aver salito queste stesse scale ma trovato la camera vuota! Visto il caos e il vizio che regnava in queste stanze temette tu fossi stata rapita dai briganti e decise di cercarti in lungo e in largo.

Gli anni passarono e con il divenire della speranza anche la sua abilita` in battaglia venne meno, il dubbio si insinuo` nella sua mente e un giorno, mentre combattevamo fianco a fianco un demone, la malefica creatura seppe leggere il suo dubbio e chiese: "azzurro come pensi di fermarmi? non temi la morte?", lui si preparo` alla carica, come mille volte gli avevo visto fare ma quando fu sul punto di invocare il suo grido di battaglia, forse per la malia di quell`infame essere, disse invece: "...non mi ha aspettato...".
Resto` cosi`, impietrito sul suo cavallo, come ad ascoltare lui stesso quella frase, non tento` nemmeno di difendersi dalla fiera che gli balzava in contro...
Quel giorno io persi un commilitone e tu il tuo futuro. Giurai sul mio sacro vendicatore, che ti avrei trovata e avrei scoperto perche` la sera che lui giunse a questa porta tu mancasti all`appuntamento"
Come le fiamme di un vulcano le emozioni salivano dal ventre della fanciulla fino tingerle prepotentemente il viso, scosse la testa con forza come a scacciare quanto il paladino stava dicendo, le salirono alle labbra mille risposte e mille altre, cosi` tante che nemmeno si accorse che l`uomo davanti a lei era ormai sorretto solo dal metallo che lo conteneva,
pago di aver vendicato l`amico, aveva lasciato alla principessa le sue giustificazioni, in fondo e` a se stessa che dovranno bastare, ora che non ha piu` nessuno da aspettare.


Capitolo II




Qualche mese prima, nel castello dell'est...


"Se c`e` un solo, dannatissimo, vantaggio nell`essere una principessa imprigionata in un castello, e` che l`incanto gettato sul maniero ti permette di dormire placida e serena..."
La principessa scosto` stizzita le lenzuola madide di sudore, ripetendo a se stessa queste parole, come se si rivolgesse a qualche servitore negligente.
Aveva parlato ad alta voce, non succedeva spesso, non le piaceva farlo, le lasciava semrpe una sensazione sgradevole sentire le sue parole senza risposta, il silenzio,
prima dimenticato, diventare tangibile come una coltre di terra che la seppellisse...
Fuggi` in bagno si sciacquo` il viso, lavando via lo sporco della valanga e le ultime speranze di un sonno ristoratore.
Squadro` critica l`immagine nello specchio, aveva da tempo accettato le piccole rughe di espressione e i primi capelli bianchi che spiccavano nei lucenti capelli corvini
ma ogni volta la colpiva il pensiero di non essersi mai immaginata invecchiare, quando si figurava l`arrivo del suo principe si vedeva sempre giovane e bellissma.
Si fece coraggio e torno` nella sua stanza, dalla finestra solo un timido raggio di luce lunare, troppo tenue e troppo freddo per darle conforto, attraversava le tende del baldacchino e si posava leggero sul pomo argentato della spada che da tempo riposava ogni notte accanto a lei. La raccolse e, come ogni volta, senti` un brivido correrle lungo il braccio fino ad afferrarla dietro alla nuca, si sedette sul letto e lascio` che il ricordo del giorno in cui la impugno` per la prima volta, scacciasse il buio e il silenzio...

Aveva gia` da tempo perso il conto dei giorni di prigionia e le brevi fughe, concesse dai romanzi avventurosi della biblioteca del castello, erano ormai diventate crudeli luci, puntate sulla sua condizione. Si era coricata senza rispettare il buon rituale della principessa nel castello, niente 100 spazzolate ai capelli, niente veste da notte bianca, niente sorrisetto pacifico sulle labbra di pesca, si era lasciata cadere sul letto con la faccia affondata nel cuscino sperando in un pianto liberatorio che non si decideva ad arrivare...
Arrivo` invece un suono inaspettato, come di un corno che chiama la carica, sollevo` di scatto al testa, il cuscino aveva attutito il rumore e non era certa di quel che aveva udito, tese l`orecchio tanto che il boato del portone abbattuto parve esploderle nella testa!
Il cuore le balzo` rapido in gola, piu` rapido ancora del drago che si gettava verso colui che lo aveva sfidato. Proprio quando le sue speranze stavono morendo, era giunto!
Resistette all`impulso di affacciarsi alla torre, aveva fatto spesso un incubo terribile, nel quale il suo saluto distraeva il principe dalla battaglia permettendo al drago di farne un sol boccone, scosse forte la testa per scacciare quell`immagine e corse in bagno a prepararsi! Rise di se mentre si sdraiava nel letto con la sua veste immacolata, pochi metri sotto la sua camera si combatteva una battaglia mortale e lei non riusciva a smettere di ridere "sei proprio una bambina" si rimprovero` ma in tutta risposta le sue gambe scalciarono battendo forte i talloni sul letto e la sua mente le si riempi` di un solo pensiero "e` tutto perfetto".

D`improvviso fu il silenzio piu` assoluto, rotto solo dal pulsare frenetico del suo cuore nelle tempie, nonostante gli anni di solitudine sentiva ora di non aver nemmeno aspettato poi tanto, invece cominciava a trovare frustrante l`attesa di questi ultimi attimi...
Si convinse che il cavaliere sarebbe stato piu` lento di lei, per le scale, armato e stremato dalla pugna, e che non sarebbe successo neinte di male se si fosse affacciata a curiosare un po`.
Leggera e silenziosa scivolo` oltre la porta e scese i ricurvi gradini di pietra, dal basso le giungeva il sommesso crepitio dei fuochi accesi dal respiro del drago ma nulla di piu`,
si fermo` dove la fine della spirale immetteva nell`androne, dai margini della porta di legno, spiragli di luce rossastra le illuminavano il volto, esito` un momento per paura di essere scorta, poi strinse i pugni e scruto` il campo di battaglia.
Anche se era stato a lungo la sua casa non era particolarmente affezionata al castello, vederlo in parte bruciare non la turbo` minimamente:"crolli pure, l`istante stesso che metteremo piede oltre il fossato!"
A crollare furono invece le sue speranze mentre, impietrita, fissava le spoglie fumanti del principe appena riconoscibili, nel fumo nero del rogo che adesso occupava il centro del maniero.

si volto` lentamente e comincio` a salire le scale, poteva sentire i piedi lacerarsi mentre calpestavano i cocci dei suoi sogni infranti, la mente riceveva miliaia di domande dal cuore e non potendo dare risposta, si rifugio` in quello che le era stato insegnato, ripete` mentalmente:"solo l`amore vero trovera` la forza di sconfiggere il drago"...
attese di sentirsi consolata, di sentire che era in fondo un bene, il drago l`aveva salvata da qualcuno non virtuoso o non all`altezza, forse in cerca solo di gloria personale o di una dote ma quando mise piede nella sua stanza, per la prima volta, senti` una sensazione che negli anni le sarebbe divenuta familiare, senti` le pareti chiudersi su di lei e il silenzio come di tomba, era sepolta viva...
Un urlo le esplose dallo stomaco distruggendo gli argini di parole che la mente cercava di porre al fiume di rabbia, sentiva le lacrime roventi corrergli lungo le guance mentre lasciava che l`odio le scorresse nelle vene, l`odio per tutto anche per il principe che aveva fallito! Avrebbe voluto sentirsi in colpa per quel pensiero egoista ma non ci riusciva, si sentiva tradita e lo maledisse con tutte le sue forze inveendo con parole che poco si addicevano al suo alto retaggio, lo odio` per non essere stato in grado, per aver sprecato la sua vita e con essa i suoi sogni di ragazza.
Cadde esausta sul letto, batte` forte i pugni sugli occhi gonfi di pianto e, tratti due sospiri profondi, torno` verso le scale. Le scese lentamente, la mente e il cuore vuoti, sentiva solo che qualcuno avrebbe pur dovuto dare un po` di dignita` a quel poveretto, morto lontano da casa...sciocco pensare che un cadavere carbonizzato potesse sentirsi abbandonato ma quella notte si sentiva particolarmente sensibile alla solitudine.


Capitolo III




Stesa nel suo letto sollevò la spada innanzi a se, la trovò pesante, lei era sempre stata una donna forte ma quell'arma non era adatta ai suoi polsi femminili.
Si alzò dal letto e la tenne con entrambe le mani, "certo", pensò con una smorfia dipinta in volto "seppellire cadaveri carbonizzati invece è proprio quel che mi si addice!"
Calò la lama di fianco colpendo con rabbia una delle colonnine di faggio del baldacchino, l'acciaio attraversò con apparente facilità l'ostacolo e vibrò per qualche istante con un suono quasi musicale, mentre la luna ne accarezzava i bordi taglienti.
La principessa restò immobile, la bocca semiaperta, sentiva ancora il peso dell' arma farsi inerzia e trascinare attraverso le sue braccia tutta la sua rabbia, fuori dal suo cuore e contro il bersaglio! L'aveva osservata spesso negli anni, le decorazioni di filigrana d'oro avvolte a spirale sull'impugnatura, il pomo e dargento, la parola giustizia incisa sulla prima parte della lama, vicino all'elsa, dove si trova il bilanciamento dell'arma e i bordi cominciano a farsi affilati... ma non l'aveva mai vista come adesso...
Lucente, fredda, potente, liberatoria, le semrbò quasi impossibile che qualcuno brandendo quell'arma potesse essere stato sconfitto.
Le tornò in mente quando decise di pulirla dalla fuliggine dello scontro e toccando inavvertitamente la sommità affilata come un rasoio si punse, pensò con quanta faiclità avrebbe potuto trafiggersi e dormire per sempre, li su quel letto dove comunque nessuno l'avrebbe mai trovata.
Scosse la testa, si sentì terribilmente patetica per quel pensiero, fissò per un attimo i suoi occhi riflessi nella lama e poi, come se quello sguardo le avesse dato un saggio consiglio,scese le scale della torre, per l'ultima volta...

Percorse il corridoio dirigendosi verso l'androne, poteva già sentire il pesante respiro del suo coinquilino sprofondato nel sonno magico, in eterna attesa di mettere alla prova il cuore dei pretendenti. Più che con le orecchie lo sentiva nei piedi, nudi sulla roccia vibravano all'unisono con il mantice nel petto della possente bestia.
Esitò per un attimo guardando il rettile addormentato, le scaglie dure come la pietra, la cresta di corna sul capo e ampie ali le cui membrane lasciavano filtrare un poco la luce lunare e lo trovò magnifico. Rimase stupita di questo pensiero ma non potè fare a meno di sentirsi orgogliosa del "suo" drago!
Improvvisamente una voce la scosse, una voce profonda e potente, come un tuono lontano, ma con un tono tra il curioso e il divertito...
"non riesci a dormire?"
Gli occhi del drago si aprirono lentamente rossi come il sole al tramonto, le pupille sottili come artigli le si incollarono addosso e lei si sentì improvvisamente come stretta in una morsa e non trovò il fiato per rispondere.
"torna nelle tue stanze...ti verranno le occhiaie."
Per un attimo la principessa vide se stessa correre su per le scale e gettarsi sul suo letto a piangere e piangere finchè non fosse crollata stremata tra le braccia di morfeo,
poi stirnse più forte l'elsa della sua spada fino a sentire i filamenti d'oro pungerle le mani e scosse la testa in segno di diniego, in un modo o nell'altro non sarebbe mai più tornata indietro.

La belva rise forte mentre lentamente sollevava la sua immensa mole, la sua ombra parve abbattersi come un'onda di marea sulla pallida figura della principessa ma lei con un urlo si gettò in avanti roteando la sua lama.
Il drago, sorprendentemente veloce per la sua mole, evitò con facilità il goffo attacco e calando la coda davanti alle gambe della donna la fece cadere.
"ragazzina, cosa pensi di ottenere?"
Lei si rialzò sbuffando la spada ancora stretta in pugno...
"lo sai che è inutile, non sono io ad aver deciso i nostri ruoli, anche volendo non potrei lasciarti andare"
Lei si lanciò di nuovo all'attacco ma stavolta il drago la contrastò con un colpo d'artiglio tentando di disarmarla, lei sentì l'arma volarle dalle mani e con un urlò la tirò a se,
l'acciaio mandò scintille scorrendo contro le scaglie del rettile che con un ringhio dovette ritrarsi, sul filo della lama correva ora una goccia di sangue scuro.
"SCIOCCA!" ruggì la belva e calò con forza l'altra zampa su di lei, a pochi centimetri dal corpo della donna, il pavimento esplose sotto il peso della creatura,
aveva voluto spaventarla ma lei non si era mossa, fù solo allora che il drago capì...
Chiuse qualche secondo gli occhi, si sarebbe potuta cogliere una profonda tristezza nel gesto, ma quando li riaprì furono quelli di una belva infernale, si erse in tutta la sua altezza e spalancò le ali, inspirò con forza e l'aria emise un sibilo acuto mentre riempiva gli enormi polmoni ed alimentava le sue fiamme.
La principessa, guardando le fauci incandescenti, ripensò per un attimo allo sconosciuto principe, arso anni prima in quello stesso luogo e mentre il terrore si impossessava di lei
provò gratitudine e vergogna per averlo insultato...


Epilogo




Qualche mese dopo, nel castello dell' ovest...

L'uomo tossì, mentre il dolore cominciava a fargli riprendere i sensi, era ancora li adagiato contro il muro nella camera della principessa, di lei nessuna traccia.
A giudicare dallo stato della camera doveva aver fatto in fretta i bagagli ed essere fuggita, "non c'era bisogno di aver fretta, non puoi scappare da te stessa", pensò mentre il fianco ustionato gli strappò una smorfia.
"già... non si scappa...", l'uomo maledì la sua tempra, aveva pensato davvero che quel giorno sarebbe stato l'ultimo, non desiderato, ma almeno con un senso minimo di compiutezza! E invece era li, la meà sinistra del viso e del corpo arsa dal soffio del drago, accasciato nel suo sangue, in una torre vuota, senza nessuno scopo ne speranza ancora vivo...
Battè forte la mano guantata di ferro sul viso, poi con un ringhio ruotò su se stesso e si sollevò di quel tanto per sdraiarsi sul letto, l'odore delle lenzuola della principessa lo fece sorridere lievemente, molto meglio del tanfo di carne bruciata.
Cominciò a chiedersi quanto tempo fosse passato, le fiamme al piano di sotto erano ormai spente e il sangue sul pavimento rappreso, nel castello regnava il silenzio, poi in lontananza gli zoccoli di un cavallo...

Restò incredulo ad ascoltare il cavaliere smontare, farsi largo tra le rovine dell'androne, cominciare a salire le scale, poi dovette trattenersi dal ridere...
"pensa che sorpresa, questo si aspettava di riportare a casa una dolce principessa e invece gli toccherà un vecchio sfigurato! La vita sa essere beffarda..."
Il cavaliere entrò nella stanza, era minuto leggermente zoppo e portava con se solo elmo e spada.
"Meno male che ho pensato io a pulire giù da basso, non sei un po' gracile per fare l'eroe?"
La principessa dell'est si tolse l'elmo e fissò l'uomo steso nel letto con il suo occhio sinistro, l'unico rimastole dopo aver conficcato la spada nelle ardenti fauci del drago, pagando il prezzo per la sua libertà, metà del corpo alle fiamme, per l'altra metà della sua vita, libera.
Si guardarono a lungo cercando le parole da dire, ma si erano già riconosciuti, avevano ripetuto per tutta la vita quelle parole:
"...la stanza più remota della torre più alta, il vero amore premierà chi ha saputo attendere e sconfiggere ogni pericolo..."
mentre le loro mani sfioravano le cicatrici sui loro visi, come a lenirne il dolore, la luce dell'alba accarezzava l'altro lato dei loro volti e il primo sole del mattino, affacciato a quella finestra, vide i due darsi un bacio perfetto.


Fine

 
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