g@sp |
|
| Questa è una vecchia ninna nanna senese...
Quando ero ragazza innamorata Portavo il cappellino a mezza fronte Andavo ben vestita e ben calzata Le scarpe le logravo nelle punte Ora che l'ho passati i vent'anni Le logro nelle punte e nei calcagni
E dammelo un bacin d'amore In cambio te ne rendo tre E dammelo un bacin d'amore In cambio te ne rendo tre
Giovanettina che pigli marito Se tu lo pigli te ne pentirai Ti toccherà mangiare il pan pentito E tutti i sonni non li dormirai E quando crederai di andar da mamma Ti toccherà cantar la ninna nanna Quando da mamma crederai d'andare la ninna converrà cantare
E dammelo un bacin d'amore In cambio te ne rendo tre E dammelo un bacin d'amore In cambio te ne rendo tre
Quante canzoni e quante canzoncelle La famigliola me le fa scordare A chi manca le scarpe a chi pianelle E a mezzanotte mi chiedono il pane Mira mi sono trovata a tal partito La più piccina m'ha chiesto marito Alla più grande glielo vorrei dare lei non lo vuole e mi fa disperare
E dammelo un bacin d'amore In cambio te ne rendo tre E dammelo un bacin d'amore In cambio te ne rendo tre
E dammelo un bacin d'amore In cambio te ne rendo tre
Questa invece è una ballata romantica, dedicata al proprio amore defunto...
Sei bella sei spelndida di bianco vestita Coperta hai la fronte da un candido velo In mezzo ai profumi di splendide feste Bei giorni ridenti, ridesti tesor
Eppure ti vidi ancora più bella Laggiù sulla rena ai rialzi del mare Col timido piede, sì placida e bella E allora il mio cuore s'infiammò d'amor
Sei bella sei splendida di bruno vestita Coperta hai la fronte di un funereo velo Dei dolci peccati sei forse pentita? Mi sembri una santa discesa dal ciel
Mia dolce fanciulla o angel divino Riposa tranquilla nei sogni d'amore Seppure sta scritto nel nostro destino Che un giorno o mia sposa sarai nel ciel
Questa, invece, si chiama "Maledetta Maremma", veniva cantata ai tempi in cui si bonificavano le paludi in Maremma (nel Grossetano, quindi).... Gli uomini senesi andavano là a lavorare e molti non tornavano a causa della malaria o di incidenti sul lavoro... Purtroppo, però, erano tempi difficili e spesso per gli uomini andare in maremma era l'unico modo di lavorare e sfamare la famiglia...
Tutti mi dicono Maremma Maremma Ma a me mi pare una Maremma amara
L'uccello che ci va perde la penna Io ci ho perduto una persona cara
Chi va in Maremma e lascia l'acqua fresca Perde la dama e più non la ripesca
SIA MALEDETTA MAREMMA MAREMMA SIA MALEDETTA MAREMMA AMARA
Sempre mi trema il cuor quando ci vai Perché ho paura che non torni mai
Le frasi scritte tutte maiuscole le ho postate così perché vanno necessariamente differenziate dalle altre che vengono praticamente bisbigliate, quasi fossero un doloroso sospiro, mentre quella strofa è un urlo di dolore, dove si maledice quella terra paludosa e pericolosissima (a quei tempi)
|
| |